martedì 9 novembre 2010

Una nuova avventura in barca a vela!

Cartagena de Indias, Colombia del nord … Mar dei Caraibi. Dopo quasi sette mesi dai tempi di Gaia ci prepariamo per una nuova avventura in barca a vela. Rotta verso Panama. Il confine via terra fra i due Stati è pressoché impraticabile a causa del famigerato “Darien Gap”, 5 milioni di ettari di foresta pluviale. E' esattamente in questo punto che la Panamericana, il serpente di asfalto che attraversando le Americhe procede da Fairbanks in Alaska fino alla terra del fuoco in Argentina, si interrompe bruscamente per più di 100 km. A causa di questa “frattura” la regione del Darien gode di un isolamento politico, sociale e infrastrutturale che l'ha trasformata nel tempo in un rifugio ideale per guerriglieri, narcos e gruppi paramilitari. A non volere l'apertura di un varco fra i due Paesi sembrano essere lo Stato di Panama e gli Americani che attraverso questo insolito tappo tentano (inutilmente) di contenere il fenomeno dell'immigrazione clandestina e del narcotraffico salvaguardando per altro i forti interessi economici che gravitano intorno al canale di Panama e ai trasporti commerciali via mare. Gli unici che hanno tentato, a colpi di macete, di ricavarsi un sentiero attraverso il gap sono gli indigeni Embera Wounan nel comprensibile tentativo di riuscire a commerciare il loro platano in Colombia a un prezzo decisamente migliore.

E' così che al Club Nautico della città di Cartagena abbiamo trovato un passaggio in barca a vela che ci consentirà di aggirare questo ostacolo. La barca, High Spirit, la vedete nella foto insieme al Capitano Cia, una gatta che si gode saggiamente il sole navigando tutto l'anno per il Mar dei Caraibi. Fra un paio di giorni saliremo a bordo anche noi in compagnia di un texano, David e della sua compagna panamense Ely. Raggiungeremo il Panama in sei giorni di navigazione attraversando l'arcipelago delle San Blas, patria di una comunità autoctona di Indios, i Kuna, che rivendicata la loro autonomia nei confronti dello Stato Panamense, amministrano da sempre queste isole (più di 360) preservandone la straordinaria e incontaminata bellezza.


Buon vento!

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