mercoledì 27 ottobre 2010

... e l'acqua?


Manaus … il tumore dell'Amazzonia. Una macchia di luci bianche “isolata” dal resto del mondo. E per fortuna che nel 1967 le fu conferito lo status di “zona franca” altrimenti, come in molti sostegono, qui sarebbero diventati tutti falegnami. L'impiego nelle multinazionali dell'elettronica e dei motoveicoli ha distolto almeno in parte l'attenzione dei suoi abitanti (e non solo) dalla foresta. 10 km a valle della città le acque chiare del Rio Solimoes (già Amazonas per i peruviani)  incontrano le acque scure del Rio Negro confluendo infine nel Rio delle Amazzoni. Tuttavia, prima di confondersi le une con le altre, per differenze di densità, temperatura e velocità, le acque dei due fiumi scorrono fianco a fianco (chiaramente distinguibili) per alcuni chilometri dando vita a quello stupefacente spettacolo della natura che prende il nome di Encontro das Aguas. (provate a fare una ricerca su google immagini e capirete di cosa sto parlando). Pare per altro che il fenomeno abbia ispirato il  motivo del mosaico bianco e nero con il quale è stato decorato il piazzale antistante il Teatro dell'Opera di Manaus e il marciapiede dell'Avenida Atlantica di Rio de Janeiro.
A Manaus ci arriviamo di notte. Il cielo è rosso, gonfio di nuvole sparse, ... l'aria calda, umida e pesante. Sembra di essere finti improvvisamente dentro un forno. E' talmente caldo che i tappi delle birre gettati per strada, al passaggio delle macchine, si infilano nell'asfalto. La maggior parte dei viaggiatori che arrivano da queste parti lo fanno per partecipare a una delle tante escursioni che furbi venditori cercano di rifilarti ad ogni angolo della città. Tre giorni nella foresta, tutto compreso: aperitivo e pernottamento nel lodge “eco-sostebile” (non so perché ma questa parola mi ha fatto sempre girare le balle), visita alla comunità dei poveri indios, battuta di pesca al piranha, avvistamento della scimmietta di dolce Remì, tirata di coda al piccolo jacaré, coccole al bradipo e breve corso di sopravvivenza a tema “impara ad accendere un fuoco”. Non ne avessero già accesi abbastanza! 
A Manaus ci  arriviamo con una idea ben precisa  in testa: non tornare indietro. Ciò significa che ti restano soltanto due alternative: saltare su un autobus per Boa Vista (nel confinante stato del Roraima) ed entrare in Venezuela, oppure … saltare su un battello fluviale e risalire con 5/6 giorni di navigazione i 1000 km del Rio Solimoes fino alla Tripla Fronteira dove Brasile, Colombia e Perù si incontrano con le rispettive città di Tabatinga, Leticia e Santa Rosa. Quest'ultima sarebbe dovuta essere la nostra scelta. Uso il condizionale perché in questi giorni è un impresa praticamente impossibile. C'è una cosa di cui non vi abbiamo ancora parlato. Un evento sconcertante e allarmante di cui non so se è arrivata notizia anche in Italia.

“RIO SOLIMOES E AMAZONAS TEM MAIOR SECA DA HISTORIA”

Questo è soltanto uno dei numerosi titoli apparsi su tutti i giornali della città.  A dire il vero non se ne parla in tutto il Brasile e il problema non sembra nemmeno sfiorare i quotidiani dibattiti elettorali. Ma è sufficiente affacciarsi al porto idroviario di Manaus per capire che cosa sta realmente succedendo. Il più grande bacino idrico del mondo si sta lentamente “asciugando”. E se succede a lui … c'è veramente da mettersi le mani fra i capelli. Non piove come dovrebbe da quasi più di tre mesi. Dei 62 municipi dello stato di Amazzonia, 38 (più del 60%) hanno dichiarato lo stato di emergenza. Più di 62.000 famiglie sono in stato di completo isolamento con gravi ripercussioni su le quotidiane attività di auto sostetamento. La navigazione è diventata difficoltosa … a tratti praticamente impossibile e il livello delle acque continua drammaticamente a scendere giorno dopo giorno. Tutti aspettano a braccia aperte la pioggia che tuttavia, a parte sporadici acquazzoni, sembra non voler ancora cadere.

Quanto a noi, non saliremo sul battello, probabilmente non riuscirà nemmeno a partire, ma raggiungeremo comunque Tabatinga fino alle riserve di Amacayacu, nell'angolo piu' meridionale della Colombia.

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