giovedì 17 giugno 2010

Aleppo ... c'è vita anche sui tetti


Aleppo, 17 giugno 2010, è talmente caldo che hanno tolto la corrente per un po'. Troppi frigoriferi, troppi condizionatori accessi e troppe pale in movimento. Si rischia il collasso energetico. Tuttavia le strade sono affollate e i taxi continuano a sciamare facendosi largo a isterici colpi di clacson. Se ne fregano dei pedoni che sembrano voler tentare il suicidio da un momento all'altro. La polvere galleggia nell'aria mentre venditori di tamarindo , con brocche d'argento sulle spalle, presidiano ogni angolo della città a caccia di assetati.
Quaranta gradi circa, tuttavia nessuno si barrica in casa continuando ad affollare i marciapiedi, i mercati, le moschee e i vicoli della città. Uomini di una certa età passeggiano mano nella mano. Donne intabarrate, dalla testa fino ai piedi, acquistano abiti succinti e completini intimi da le mille e una notte. Giovani ragazze fumano narghilè sedute nei caffè mentre alla Tv trasmetto i mondiali e tutti sembrano tifare per il Brasile.
Nei mercati, dove fasci di luce trafiggono le volte delle coperture, non c'è niente che non si possa acquistare. Ogni zona è ben divisa ed espone la sua merce, sempre la stessa, cosicché sia sempre possibile trovare l'offerta migliore al prezzo più conveniente. Oro, argento, spezie, tessuti, gioielli, carni, incensi, spugne, sapone, tappeti, dolci, cosmetici, profumi e foulard. Ogni sguardo di troppo è un invito a provare, ad annusare e ad assaggiare. E sono talmente orgogliosi della loro merce che la sua vendita non è la preoccupazione maggiore. L'importante è esporre, farlo con metodo e cura, e saper mercanteggiare.
Ambulanti trascinano carretti nei vicoli dei souq annunciandosi urlando. Trasportano fragole, ciliegie, meloni, gelati, … pane, pistacchi e sigarette di contrabbando.
La giornata di questa gente sembra ruotare intorno al cibo. Confezionarlo è un arte e tutti mangiano coinvolti dai loro affari.
Nei cortili delle moschee, bambini giocano a rincorrersi mentre vecchi siriani ti abbracciano orgogliosi e tentano di comunicare scrivendoti parole in arabo sul palmo della mano. Tutti ti chiedono se sei sposato e quando gli fai capire che ancora non hai un figlio, credendo tu sia sterile, ti suggeriscono la giusta posizione che la donna dovrà assumere finito di scopare, per rimanere incinta.

Aleppo, … c'è vita anche sui tetti, fra parabole, allevamenti di piccioni e ferri vecchi. La città è infuocata e tutti aspettano il tramonto e il vento fresco della sera.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

dimmi la posizione che la evito... ;) scherzi a parte bellissime parole che evocano un mondo fantastico... ciao F.

Anonimo ha detto...

descrizione bellissima. Fede

Anonimo ha detto...

2 parole...semplicemente stupenda!!!!!!!!Un salutone.F.

Anonimo ha detto...

Molto piacevole e affascinante leggere le tue parole. La Siria è nei miei sogni da un pò, spero di poterla scoprire il prossimo anno. Comunque, complimenti, mi piace molto come scrivi. Diana