Questo post, in realtà, avrebbe dovuto precedere di qualche giorno il video pubblicato sull'isola Ios.
Antefatto:
10 maggio 2010
h. 14.25 … è il pomeriggio più caldo da quando siamo partiti e ritrovarsi sull'asfalto con 16 chili di bagaglio sulle spalle non è certo il modo e il momento migliore per prendere certe decisioni. Ma è così che è andata. Al porto dell'isola di Tinos sbarchiamo definitivamente. Dopo quasi 50 giorni trascorsi a bordo di Gaia, con un po' di commozione negli occhi, salutiamo Alberto e la sua casa galleggiante. Un esperienza assolutamente da ripetere!
h. 15:05 … vista da lontano Gaia è un puntino bianco soltanto che beccheggia sul mare. Procede solitaria ancora una volta verso le baie incantate di Rinia. Quindi andrà a nord, ... noi invece a sud. Le nostre rotte si dividono. Si allontanano nelle acque calme dell'Egeo. Il nostro viaggio prosegue verso l'isola di Syros a bordo di Ithaki, un ferro vecchio galleggiante, preso d'assalto dai venditori ambulanti di formaggio. Si litigano il ponte con i loro cesti bianchi sottobraccio.
48° giorno di viaggio … il pomeriggio più caldo da quando siamo partiti e tutti bevono frullato fresco di caffè.
Syros è Ermoupoli, senza nulla togliere alla bellezza delle sue coste o del suo entroterra, e alla fine è riuscita a trattenerci anche più del previsto. Il fascino raffinato di questa città di porto lo si può cogliere soltanto arrivando dal mare. Ermoupoli, anzitutto, va vista dal basso e da lontano. Le colline gemelle di Anastasis e di Agios Georgiu ne sovrastano il porto: da una parte i cattolici … dall'altra gli ortodossi. Le piccole case bianche (ma anche verdi, rossastre o marroni), accatastate le une sopra le altre, sembrano rotolare sui fianchi delle colline giù fino al mare. A Syros quasi tutti vivono qui. Ermoupoli ha piazze eleganti piastrellate di marmo e caffè. Fontane, palme, mezzibusti di eroi o delinquenti e teatri. Freschi portici e palazzi, dalle facciate neoclassiche e luminose finestre, ne disegnano le strade. Guardandosi intorno, se non fosse per gli onnipresenti spiedi di pita, si ha come l'impressione di aver sbagliato strada. Ma non dovevamo essere in Grecia?
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