Ormeggiando al porto dell'isola di Tinos non sarete accolti dai soliti venditori improvvisati di souvenir. In quest'isola si vende ben altro. Ceri, icone, offerte votive e ginocchiere … anche se così non vale! Tinos è dagli anni '60 isola sacra. L'isola dell'annunciazione. Molti fedeli, che fin qui giungono numerosi da tutta la Grecia, risalgono in ginocchio la lunga strada in salita che dal porto conduce al sagrato della Panagia Evangelistria. A vederla da fuori la chiesa non suscita particolari emozioni ma varcandone la soglia si ha come l'impressione di entrare in un forziere. Le offerte votive piovono generose sulle teste dei pellegrini ipnotizzati dai canti mistici dei predicatori ortodossi.
Sbarcando al porto di Tinos, in un assolato pomeriggio di maggio, si rischia di sentirsi gli unici “turisti” vagabondi in “terra santa”. La Chora è diversa, non vi abbaglierà da subito con il bianco candore delle sue case basse, mimetizzate fra i vicoli, ma a scoprirla lentamente ne subirete l'irresistibile fascino. Da queste parti i pescatori fanno sul serio e ogni mattina sbarcano in banchina tonni grassi e pesci spada godendosi il piacere di sfilettarveli sotto il naso.
A Tinos i gatti non possono che crepare di vecchiaia e le colombe riposano serene in colombaie più belle di castelli.
Triantaros, Exomvourgo, Volax, Kardiani, Pyrgos ... villaggi che sonnecchiano indisturbati, ancorati agli scogli delle sue montagne. Alcuni guardano il mare, altri … si nascondono ben riparati dai venti. L'impressione è quella di luoghi dimenticati, disabitati, … immobili nel tempo che li attraversa senza scuoterli e nelle loro poche certezze.
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